Cari soci,
da visite in apiario eseguite dai nostri tecnici sugli alveari in diversi apiari nella zona nord di Roma e nella bassa Sabina è stata riscontrato un grado di infestazione di varroa preoccupante.
Come tutti sappiamo la varroatosi rappresenta uno dei principali problemi sanitari dell’apicoltura italiana ed è doveroso attuare le misure necessarie per abbassare il carico di varroa negli alveari al fine di permetterne la sopravvivenza.
Purtroppo il trattamento invernale non ha avuto l’efficacia desiderata in quanto le anomale condizioni climatiche nel mese di dicembre, con temperature miti nelle ore centrali delle giornate, non hanno consentito un blocco di covata naturale sufficiente per poter rendere efficace il trattamento invernale e hanno indotto le regine a riprendere o in alcuni casi a mai sospendere la deposizione di covata.
In presenza di covata, il grado di infestazione delle colonie raddoppia approssimativamente ogni mese. Questa dinamica esponenziale, legata alla riproduzione di V. destructor, è responsabile del notevole aumento di acari che, nell’arco di pochi mesi, raggiungono livelli critici a partire da consistenze a prima vista contenute.
Il Ministero della Salute con il piano di controllo della varroa del 2019 ha reputato necessario un piano di intervento a carattere nazionale con l’obbiettivo di ridurre i danni provocati da questo parassita e limitarne i rischi di diffusione, ribadendo che i trattamenti farmacologici rappresentano uno dei principali strumenti di lotta a condizione che siano eseguiti tenendo conto dei cicli riproduttivi della Varroa ed effettuati capillarmente sul territorio secondo determinate tempistiche.
E’ di primaria importanza quindi che le attività messe in atto dai singoli apicoltori, non siano tra loro slegate e scoordinate, pena il rischio dei ben noti fenomeni di reinfestazione che rendono più difficile la lotta a questo parassita. In relazione agli aspetti sopra richiamati una efficace attività di controllo può essere raggiunta solo ricercando la massima sinergia tra tutti gli apicoltori.
Il piano di controllo della varroa prevede l’esecuzione negli apiari di almeno due trattamenti antivarroa all’anno da effettuarsi il primo nel periodo primaverile-estivo e il secondo nel periodo autunno-invernale, prevedendo una eventuale modifica di tale programma in funzione di stagionalità particolari o del grado di infestazione.
Con questo protocollo si evidenzia la necessità di anticipare i trattamenti così da ridurre i rischi derivanti da livelli di infestazione molto elevati. Non va dimenticato, infatti, che un’infestazione molto elevata concorre a creare le condizioni perché altri agenti patogeni, come ad esempio i virus, possano ulteriormente danneggiare l’alveare, compromettendone la sopravvivenza.
È fondamentale l’adozione di un criterio di contemporaneità in relazione alle tempistiche e ai territori sottoposti a trattamento al fine di ridurre al minimo i fenomeni di reinfestazione.
Pertanto si rende necessario fissare come data limite entro cui eseguire il trattamento primaverile- estivo il 15 giugno.
Considerata anche la presenza dei melari consigliamo di procede con l’utilizzo di acido formico, principio attivo del prodotto MAQS nel più breve tempo possibile, prima che le temperature superino i 29,5°C, nelle modalità di seguito riportate.
In alternativa suggeriamo di trattare con acido ossalico, principio attivo del prodotto API-BIOXAL entro il 15 luglio, procedendo con l’ingabbiamento (blocco di covata) della regina a fine giugno.
E’ opportuno e caldamente consigliato, per chi non avesse la praticità nel trattare con i metodi sopraelencati, di effettuare comunque un trattamento ideoneo al più presto senza attendere la fine
dell’estate, anche a discapito della produzione di miele